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Full text of "La regina di Golconda : opera semiseria in due atti da rappresentarsi nel Teatro del Nob. Condominio la primavera del 1843"

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/  #43 


OlOHH 


LA 


DI  GOLCONDA 


©  pefca  Semtdefcia  tu  ^ue  atti 


DA  RAPPRESENTARSI 


LA  PRIMAVERA  DEL  1843- 


.* 


NELLA  TIPOGRAFIA  FUSI  E  C03IP. 


MUSIC  LIBRARY 
UNC-CHAPEL  HILC 


&vvtztìM$ni& 


U  n  cavalier  francese  per  nome  Saint  Phaf 
che  per  comodo  del  verso  vien  chiamato  Voi- 
marj  s'invaghisce  di  Alina,  leggiadra  e  spi¬ 
ritosa  villanella  di  Provenza  >  le  dà  fede  di 
sposo ,  e  parte  da  lei  costrettovi  da  imperiose 
circostanze.  Alma  ne  va  in  traccia,  ma  è  presa 
dai  pirati  e  condotta  schiava  in  Golconda. 
Quivi  piace  al  re ,  gli  diviene  sposa ,  e  dopo 
alcun  tempo  rimane  vedova .  Tutti  i  Grandi 
fanno  a  gara  per  ottener  la  mano  della  bella, 
regina ,  ed  essa  è  costretta  dalle  leggi  del 
regno  a  scegliere  un  successore  al  defunto 
marito.  Ili  quel  mentre  giunge  in  Golconda 
un  ambasciatore  francese:  egli  è  Volniar. 
Quel  che  succede  vedesi  nell ?  opera.  Il  sog¬ 
getto  è  tolto  da  una  novella  del  cavaliere  di 
Bou  fflers ,  tranne  /’  episodio  di  Fioriva  e 
Belfiore ?  immaginato  per  dar  luogo  ad  un 
giocoso  contrapposto  di  caratteri . 


4 


PERSONAGGI 


ALENA,  Regina  di  Golconda 

Sigi  Anìietta  De  la  Grange. 

FIORIRÀ  ;  giovane  francese  ,  di  lei  confidente 
Sigi  Margherita  Bruscoli. 

VOLMÀR,  ambasciatore  francese 
Signor  Giuseppe  Bruscoli. 

BELFIORE ,  ufficiale,  di  lui  amico 

Signor  Cesare  Socires. 

SFIDE,  principe  del  sangue,  visir  della  regina 
Signor  Guglielmo  Fcdòr. 

ÀSSÀN ,  ufficiale  del  regio  palazzo 
Signor  Antonio  Bruni. 

Cori  e  Comparse. 

Grandi  del  regno.  —  Ufficiali ,  soldati  francesi 
c  Indiani  —  Paesani  provenzali. 

La  Scena  è  in  Golconda. 

(  I  versi  virgolati  si  ommetlono  ) 

Musica  del  Maestro  sig.  Gaetano  Donizzetti. 


ORCHESTRA 


Maestro  Direttore 
Sig.  Tosi  Dott.  Luigi. 

Primo  Violino  e  Direttore  <T  Orchestra 
Sig.  Sordelli  Giuseppe  figlio. 

Primo  Violino  dei  secondi 
Sig.  Vaidata  Gaetano. 

Violoncello  —  Sig.  Porta  figlio. 

Primo  Contrabasso  —  Sig.  Rossetti  Giuseppe. 

Prima  Viola  —  Sig.  Milani  Pio. 

Primo  Clarino  —  Sig.  Gatti  Luigi. 

Primo  Oboe  —  Sig.  Giuseppe  Pietra 

Primo  Flauto  — •  Sig.  Pasi  Giuseppe. 

Primo  Fagotto  —  Sig.  Zacchi  Giuseppe. 

Primo  Corno  —  Sig.  Tosi  Ercole. 

Prime  Trombe  a  vicenda 

Sigg.  Corbella  Gaetano  e  Gatti  Ambrogio. 

Primo  Trombone  —  Sig.  Golgi  Vincenzo. 

Maestro  dei  Cori  —  Sig.  Fontana  Uggero. 

Suggeritore  • — ■  Sig.  Tagliani  Paolo. 


G 


SCENA  PRIMA 

Magnifico  padiglione  negli  appartamenti  delia  Regina 
di  Golconda.  Il  fondo  é  coperto  da  seriche  cortine. 

Coro  di  Grandi  del  regno ,  indi  Alina  e  Fior  ina 

Or  che  da  te  rimovi 
Del  mesto  lutto  i  veli , 

Fia  che  il  bel  volto  sveli 
In  tutto  il  suo  splendor. 

Luce  e  letizia  piovi 
De’  tuoi  fedeli  in  cor. 

Tal,  diradato  il  nembo 
Della  procella  oscura  9 
Brilla  per  l'aria  pura 
L’astro  del  ciel  maggior, 

E  di  natura  in  grembo 

Spande  letizia  e  amor.  (  cessano  i 

canti ,  AUna  viene ,  Fior,  la  segue  animand.  ) 
Ali.  Che  vai  ricchezza  e  trono 

Quando  sospira  il  cor. 

Tutta  la  vita  io  dono 
Per  un  sol  dì  d’amori 

D*  amor  il  mondo  è  pieno, 

Ho  mille  amanti  al  giorno, 

Quanto  mi  veggo  intorno 
Parla  d’  amore  a  me. 

Ma  perchè  geme  in  seno 
Afflitto  il  cor,  perchè? 

Perchè  non  trovo  -  nel  mondo  intero 
Chi  ama  davvero.  -  chi  amare  ognor. 

Un  sol  ne  amai,  Fiorina,  il  sai} 

Nè  un  altro  oggetto  -  può  entrarmi  in  cor. 
Ah!  il  mio  diletto  -  mi  rendi,  Amor. 


PRIMO 


7 


SCESI  II. 

Assetti  e  dette. 

A  ss.  Impazienti  i  Principi 

Pel  tuo  tardar.  Regina, 

(die  si  sollevi  attendono 
Questa  regai  cortina  , 

E  ai  Grandi,  ai  Duci,  al  Popolo 
A 1  ffn  palesi  il  Re. 

Tutti. 

Ali.  (Vana  d’ amor  memoria. 

Ti  parti  ornai  dal  seno  : 

Le  lue  speranze  inutili 
Più  non  offrirmi  almeno 
11  mio  destino  a  compiere 
Forza  concedi  a  me.  ) 

Gli  alttì  Voli  sì  dolci  e  teneri 

Movi  a  far  paghi  appieno: 

Yeggau  le  genti  splendere 
Il  volto  tuo  sereno  , 

E  mirili  liete  e  adorino 
L'astro  dell’India  in  le. 

SCENA  III. 

Ad  un  cenno  di  Alina  spariscono  le  cortine  e  lasciano 
vedere  un’  ampia  galleria ,  dal  cui  fondo  scorgesi 
il  mare.  rFutto  il  luogo  è  occupato  dai  Duci  e  dal 
Popolo.  Seide  è  in  mezzo  al  corteggio. 

Coro  Generale. 

Salve,  o  sole,  maggiore  di  quello 
Che  del  Gange  si  specchia  nell’  onda, 

A  te  fiori  tributa  Golconda, 

Inni,  aromi  ed  incensi  al  tuo  piè. 

Nuova  vita  ,  splendore  novello 
Questo  regno  riceve  da  te. 


8  ATTO 

Sei.  Adorala  Regina  ,  ornai  del  lutto 

Volsero  al  line  i  giorni.  -  Il  fato  estremo 
Del  nostro  e  tuo  Signor  assai  piangesti. 

Un  re  ci  promettesti, 

Rendici  aitine  un  re:  noi  la  tua  scelta 
Giuriam  di  rispettar,  giuriam  serbarci 
Al  più  felice  ubbidienti  e  fidi. 

I  merli  di  ciascun  libra  e  decidi. 

Se  valor,  rispetto  e  fede 
Trovan  grazia  agli  ocelli  tuoi , 

Aspirar ,  ciascun  di  noi 
Può  del  pari  al  tuo  favor. 

Ma  se  amor  da  te  si  chiede, 

Puro  amor  costante  e  fido  ? 

Mia  regina,  io  sol  confido. 

D’  ottenere  il  tuo  bel  cor. 

Coro  Ah  !  più  d’  un  qual  dea  1’  adora  , 

Pur  si  tace  e  a  lei  noi  dice: 

Ella  scelga. 

Ali.  IJn  giorno  ancora 

Concedete .  .  . 

Sei.  e  Co  io  Or  più  non  lice. 

Scegli  alfin  dell’ India  al  trono. 

Del  tuo  sposo  il  successor. 

Ali.  Poiché  a  tal  costretta  io  sono 

Scelgo  adunque  .  .  .  (odesi  scoppio  d ’  art.) 
Tutti  Qual  fragor  ? 

SCENA  IV. 

A  ssan  e  detti 

Ass.  Di  pace  messaggio 

La  Francia  ne  manda , 

Di  porgerti  omaggio 
Il  Duce  domanda. 

Ali.  11  Duce?...  e  s’appella? 

Ass.  Enrico  Volmar. 


PRIMO  9 

Alt.  Volmar  ! 

Fior .  (Questa  è  bella!) 

Ali.  (  Mi  sento  mancar.  ) 

Tutti  Regina!...  che  avvenne? 

Sei.  (  Di  nuovo  dispero.  ) 

Ali.  Con  pompa  solenne 

S’  onori  il  guerriero. 

(  È  desso  il  mio  bene, 

Un  Dio  lo  guidò.  ) 

(Avvezza  fin  ora  -  ai  mali  alle 
Sì  rapido  bene  -  comprender 
Fior .  (  Possibile  !  ancora  -  verace  non  credo 

Il  caso  che  vedo,  -  che  intender  non  so.  ) 
Donne  Con  pompa  solenne  -  s’onori  il  guerriero 
Di  pace  foriero -che  Francia  mandò. 

Gli  (  Un’  altra  dimora  -  da  mettere  in  campo. 
altri  Ancora  un  inciampo  -  l’ infida  trovò.  ) 

(  Sei.  parte  con  A  ssan .  ed  i  Glandi. 


pene, 
non  so. 


) 


SCENA  V. 


Alina  e  Fiorina . 


Ali.  Fiorina!...  io  non  ho  fibra 
Che  non  mi  tremi  in  petto. 

Fior.  Io  mi  confondo. 

Che  se  si  danno  al  mondo 
Di  sì  bizzarri  casi,  un  giorno  o  l’altro 
Mi  aspetto  di  vedermi  innanzi  agli  occhi 
Quel  bel  mobile  al  quale  io  fui  sposata. 
Ali.  Te  1’  auguro  di  cuor. 

Fior.  Bene  obbligata  ! 

Ali .  Ma  intanto  che  ne  dici  ? 

Come  lo  troverò?  fedele  ancora, 

O  incostante,  spergiuro  ? 

Fior.  «  Oh  !  se  pensasi® 

»  Di  trovarlo  qual  era  ai  lieti  giorni 
«  Del  vostro  amor  primiero  ^ 

»  State  fresca  davvero. 


io  ATTO  : 

Ali .  99  II  cor  mi  dice 

*5  Che  tal  lo  rivedrò  come  il  lasciai. 

Fiat'.  »  Eh  !  che  in  amor  non  s’  indovina  mai. 

»  Un  lustro  intero  è  corso 
»  Da  che  siete  divisi ,  ed  in  un  lustro 
*  Cambiano  le  città ,  cambiano  i  regni , 

»  Figuratevi  un  giovane  francese. 

Ali.  »  Ebben  la  verità  ci  fia  palese. 

»  Ascolta  :  io  metter  voglio 
.  *  Alla  prova  quel  cor^  »  pria  di  svelarmi. 
Vederlo,  interrogarlo,  e  sconosciuta 
Investigar  gli  alletti  suoi  mi  giova. 

Vieni.  "  ' 

Fior.  Per  me  risparmierei  la  prova,  {partono) 

,  SCENA  VI. 

Sala  terrena  negli  appart.  destinati  agli  Ambasciatori. 

Voltnar  e  Belfiore. 

(  Sono  introdotti  da  genti  addette  alla  Reggia  ) 

Bel.  Bel  paese,  ciel  ridente, 

Sesso  amabile  e  vivace: 

Cavalier ,  sia  guerra  o  pace , 

Non  mi  movo  più  di  qua. 

Voi.  Anzi  io  parto  immantinente  .  . . 

Bel.  Tu  sei  cieco  alla  beltà. 

Voi.  Io  del  sesso  ammiro  il  merto , 

Ma  mi  piace  un  solo  oggetto  : 

Altra  via  d’ entrarmi  in  petto 
Più  1J  amor  non  troverà. 

Bel.  Ed  il  mio  gli  è  sempre  aperto  .  .  . 

Voi .  Tosto  ei  v*  entra,  e  tosto  va. 

Bel.  Un  prodigio  ,  a  quel  eh’  io  sento , 

Era  adunque  il  tuo  tesoro. 

Voi .  Le  virtù  divise  in  cento 

Tutte  avea  colei  che  adoro. 


PRIMO 

Bel. 

E  tal  perla  preziosa 

Era  dunque?  . . .. 

Voi 

La  mia  sposa 

Bel 

E  tu  V  ami? 

Voi 

Come  pria  , 

Come  allor  che  a  me  s’  offrì . 

Bel 

Bagattella  !  ed  io  la  mia 

Non  1’  amai  che  quattro  dì. 

Esigente  ,  fantastica  ,  altera  , 

Brontolona  ,  gelosa  ,  severa, . 

Notte  e  giorno  alle  coste  mi  slava, 

A  bacchetta  volea  comandar. 

Voi  Schietta,  ingenua,  tranquilla,  sincera, 
Amorosa,  gentil,  lusinghiera 
Respirare  in  me  solo  sembrava, 

Non  sapea  che  piacere  ed  amar. 
a  2  Ah  1  dal  dì  che  mi  venne  rapita 

Ogni  dal  core  è  bandita  .* 

&  g,0ja 

Bel  Se  per  caso  trovar  la  dovessi, 

Mi  vorrei ,  giuro  a  Racco,  annegar. 

Voi  Se  per  sempre  perduta  1’  avessi  , 

Non  saprei  di  me  stesso  che  far. 

Bel  Oh  !  vedi  in  casi  eguali 
Quanta  di  naturali 

Abbiam  diversità!  Tu  corri  il  mondo 
Sperando  sempre  di  trovar  1'  amante, 

Io  temendo  incontrarla  ad  ogni  istante. 

Tu  mal  preghi  ai  corsari 

Che  te  E  hanno  rapita,  io  benedico 

Quei  che  me  1’  hanno  tolta...  In  questo  modo 

Mentre  tu  ti  lamenti  ^  io  me  la  godo. 

Voi  Ah  !  se  la  tua  Fiorina 

Somigliasse  ad  Alina  !  Oh  !  se  veduta 
Meco  F  a  vessi  nel  natio  villaggio 
Bella  del  suo  candor ,  bella  de’ suoi 
Modi  innocenti  e  casti  ! 

Bel  Ci  ho  veduto  la  mia:  questo  ti  basii. 


ATTO 


Modesta  villanella 

Era  Fiorina  anch’ella...  Appena  sposa 
Prese  una  tal  baldanza... 

Voi.  Taci,  taci  :  qualcuno  a  noi  s’  avanza. 


SCENA  VII. 


Assali)  con  seguito  di  schiavi.  Indi  Alina  e  Fior  irla , 
vestite  semplicemente ,  coperte  da  un  lungo  velo. 

Ass.  Prima  che  al  suo  cospetto 

La  Regina  vi  chiami ,  alcuni  invia 
De’  suoi  più  fidi  schiavi 

Destinati  a  servirvi,  a  cui  potete  (si  inchina 
Da  padroni  ordinar  come  a  Francesi,  e  parte) 
Bel.  Osserva,  anche  le  donne!  Oh!  i  bei  paesi! 
Ali.  (  È  desso  :  lo  ravviso.  . .  (  entrano  le  donne  ) 

Oh!  mio  caro  Volmar  !) 

Fior  (vedendo  Belf.)  (Ah!  chi  mai  vedo? 

Mio  marito  è  colui  !  ) 

Bel.  (  a  V olmar  )  (Giovani  e  belle 
Son  per  certo  costor .  se  corrisponde 
A  quel  che  appar  di  fuor  quel  che  s’ asconde.  ) 
Ragazze,  avvicinatevi , 

Non  abbiate  paura. 

Ali.  Un  altro  affetto 

Inspiran  gli  Europei. 

V ol.  (  sorpreso  )  Qual  voce  è  questa  ? 

Bel.  (  a  Fiorina  )  E  voi  così  modesta  ? 

Così  muta  ,  o  carina  ? 

Fior.  *  Usa  io  non  sono 

Ai  vostri  complimenti. 

Bel.  Yolmar!  (maravigliato) 


Voi. 

Ficr.  e  Ali. 


Belfior  ! 


(  Arte  e  scaltrezza  ) 


Voi 

Bel. 


Bel.  e  Voi.  (in  disparte  ) 
Voi .  Ho  inteso. 


Ah  !  senti. 


Ho  sentito 


•  •  • 


Voi. 

Bel . 

Fior. 

Ali. 

Voi. 

Bel. 
a  a 

V ol.  e  Bel. 


PRIMO, 
Àlina . .  . 

Fiorina. 

Belfiore  è  colpito. 
Commosso  è  Yolmar. 
Oh!  cara! 

Oh  !  assassina  ! 
Ma  no,  non  può  star. 
È  un  sogno ,  un  delirio 
D’  acceso  pensiero. 


a  4 


Ali. 

Fior. 


Voi . 

Ali. 

Bel. 

Voi 
Bel. 
Voi. 
Bel. 
a  a 
Ali . 

a  a 

Bel. 

Voi. 


tua  voce  a  me  mi  toglie. 


Bel. 

Voi 


Insiem  si  consultano. 

Non  credono  al  vero , 

Lo  strano  mistero 
Non  sanno  spiegar. 
e  Bel.  Siam  pazzi  davvero, 

Da  farci  legar. 

Sì  turbati ,  o  cavalieri , 

Sì  commossi  rimanete? 

Da  stranissimi  pensieri 
Occupati  ci  vedete. 

La 

Mi  spaventa  il  tuo  parlar. 

Il  mio  bene ... 

La  mia  moglie 
Di  vedere  e  udir  mi  par. 

È  la  solita  follia 
DelP accesa  fantasia. 

Che  dovunque  si  figura 
Quel  che  suol  di  più  bramar. 
Ah!  foss^  ella  in  sepoltura! 

La  potessi  ancor  trovar  ! 

a  4 

Sì  ,  ragazza,  a  te  d’  appresso 
Mi  credeva  a  lei  presente , 


i3 


4 


Fior. 
A  li. 


Fai. 

Bel. 

Ali. 

Fior. 

lrol. 

Bel. 


FoL 

Ali. 

Bel. 

Fior. 

Bel 


Voi. 


A  ss. 


Voi 

Bei 


ATTO 

_  ..  .  terribilmente 

E  .1  mio  cor  soavei?lenle 

Cominciava  a  palpitar. 

(Me  felice!  è  °Snor  Io  s,esso 
Mi  si  svela  apertamente. 

È  un  prodigio  veramente 
di’  io  prosegua  a  simular.  ) 

Deb!  mi  scopri  il  tuo  sembiante! 

Ch’io  ti  vegga  almeno  il  muso! 

Pio  ,  Signor  dell’  India  T  uso 
Pion  vuol  tanta  libertà. 

Europei,  Francesi  siamo. 

Di  più  comodo  godiamo: 

Men  gelosa  e  schizzinosa 
È  in  Europa  la  beltà. 

"V ia  !  li  svela. 

Olà  !  rispetto. 

"Via  quel  velo. . . 

Pio  ..  .  (gli  dà  uno  schiaffo  ) 
Cospetto  ! 

Se  tu  picchi  a  questo  segno  , 

Sei  mia  moglie  in  verità. 

Così  nobile  contegno 


Più  sospetto  ancor  mi  dà. 


SCEPiA  Vili. 


A  ssan  con  seguito  e  detti. 

.  .  »  ^ 

La  Regina  a  sè  vi  appella, 

L’  udienza  a  voi  concede  : 

La  sua  guardia  al  regio  piede, 
Cavàlier ,  vi  guiderà. 

Vieni,  andiamo. 

Addio ,  mia  bella. 
Fo  fatica  a  uscir  di  qua. 


PRIMO 


i5 


Fol. 

Bei. 


Jii. 

Fior. 


Tornerete,  ci  vedremo 
In  più  prospero  momento: 

Di  quel  vel  l’impedimento... 
Tosto  o  tardi  sparirà. 

(  S’  egli  è  desto  o  addormentato 
Il  mio  spirto  affé  non  sa.  ) 

Ci  vedrete,  torneremo 


In  più  prospero  momento  , 
E  del  vel  l’ impedimento 
Forse  allor  si  leverà 

(  Quest  incontro  K  •  . 
v  v  disgraziato 


Più  nessun 
Forse  alcun 


disturberà 


5 


SCENA  IX. 


Sei  de  e  Coro }  Grandi  del  Regno. 

E  fia  ver  quanto  udii  ?  Dunque  deluso 
Sarà  Seide  appieno  ? 

Sento  che  già  il  furor  m’ invade  il  seno. 
Ingrata!  in  me  un  sostegno 
Trovato  avresti  al  vacillante  regno. 

E  tu  ,  crudele  Alina, 

Sprezzi  il  mio  vivo  ardore, 

Non  curi,  ingrata,  i  teneri 
Sensi  di  questo  core. 

Un  altro...  al  sol  pensarlo  io  sento 
Aggh  iacciarmi,  avvampare  in  un  momento. 
Dunque  invan  ini  lusingai  , 

Fu  un  inganno  la  speranza  : 

No  per  me,  per  me  giammai 
Il  suo  core  palpitò. 

Amici ,  udiste  ? 


ifi  ATTO 

Traditi  siamo  ; 

A  un  vii  straniero 
Ceder  dobbiamo: 

Oggi  sul  trono  ascendere 
Golconda  il  mirerà. 

Coro  Oggi  la  spada  vindice 

Sui  traditor  cadrà. 

Sei.  Yoi  lo  giurate. 

Coro  Unanimi 

Noi  ti  giuriam  vendetta. 
Sei.  Yi  leggo,  o  magnanimi, 

Sul  ciglio  lo  sdegno 
Che  al  vile  disegno. 

Yi  ferve  nei  cor. 

Ad  ira  sì  nobile 
L’  effetto  risponda; 

Si  salvi  Golconda , 

Il  trono  ,  P  onor. 

Quell’  anima  fiera 
Mi  provi  spietato; 

Lo  esige ,  lo  impera 
L’  amor  oltraggiato: 
Domare  quel  core 
Saprò  col  terrore; 
L’altera  pentita, 

Punita  sarà,  h 

Coro  Lo  scettro  dell’  India 
Paventi  la  perfida , 
Invano  lo  spera. 

Silenzio  :  non  perdaci 
Incauto  furore  : 

Dal  soglio  precipiti 
Nel  primo  squallor. 


partono. 


PRIMO 


*7 


SCENA  X. 

Sala  d’  udienza  del  Regio  Palazzo. 

Al  suono  di  lieta  musica  di  filano  le  guardie  india¬ 
ne.  Si  canta  un  inno  di  gioja.  Esce  A  lina  in 
mezzo  al  suo  corteggio ,  e  accompagnata  da  Fio¬ 
rina  ascende  sul  trono.  Sono  quindi  introdotti 
V olmata  Belfiore  e  un  drappello  di  Francesi. 

Coro  dì  Grandi  del  regno. 

Fra  quante  il  mar  dell’  India 
Ampie  città  circonda , 

Bella  sei  tu,  Golconda, 

E  sarai  bella  ognor  \ 
w  Non  perchè  il  sol  vagheggia 
55  Il  tuo  gentil  sembiante , 

»  E  qual  diletta  amante 
99  Torna  di  gemme  e  fior$ 

»  Ma  sol  perchè  benefica , 

»  Donna  non  già  ,  ma  diva, 

95  Del  suo  favor  ti  avviva 
99  Ti  bea  del  suo  splendor. 

'  9*  Spenti  di  guerra  i  fulmini 

95  Posano  appiè  del  trono  \ 

95  Danzan  de’  sistri  al  suono 
55  Pace.  Concordia,  Amor.  y> 

V ol.  Questo,  o  regina,  di  mia  vita  io  stimo 
11  dì  più  bello,  in  cui  degnato  io  sono 
Dal  mio  Sovrano  all’  alto  onor  d’  offrirti 
Patto  di  stabil  pace  , 

E  pegni  a  darti  d’  amistà  verace. 

Ali.  Grata  in  mia  reggia,  o  Duce, 

Mi  è  la  presenza  tua. 

Voi  (  Cielo  !  ) 

Ali.  Inviarmi 

Il  tuo  re  non  poteva  ambasciatore 
Più  gentile  di  te. 

V ol,  (  Per  qual  portento 


i8  ATTO 

Ogni  voce  eh’ io  senio 
È  voce  del  mio  ben? 

Bei.  (  Qui  certa men le 

Ci  entra  stregoneria.  ) 

Ali.  Siedi,  ed  esponi. 

Fior.  (  È  commosso.  ) 

sili.  (Non  sa  quel  che  si  pensi.) 

Voi.  L*  anglia  nemica  ed  il  fero 

Sultano  di  Missur  ambo  il  tuo  regno 
Minacciano  assalir,  e  aspirar  quindi 
Al  dominio  degl’  Indi.  A  te  la  Francia 
Offre  scudo  e  difesa,  ove  del  paro 
Scudo  e  difesa  a  lei  prestar  consenta 
Tu  nelle  sue  querele. 

si  li.  Io  son  contenta. 

Voi.  Della  felice  lega 

Il  foglio  testimon  ecco  segnato 
Dal  mio  Sovrano. 

Ali.  Il  mio  regai  sigillo 

Mallevador  sarà  che  i  sacri  patti 
Si  manterran  fra  noi.  (  scende  dal  irono  ) 

SCENA  XI. 

Salde ,  Duci  e  Popolo. 

Sei.  Ti  arresta. 

Tutù  con  Ali.  Quale  ardir! 

Sei.  Segnar  non  puoi. 

Sei.  e  Coio .  No,  tu  non  puoi  :  lo  vietano 
Le  nostre  sacre  leggi. 

Tal  diritto  ai  re  sol  debbesi: 

Iln  re  tu  prima  eleggi , 

E  santa  e  irremovibile 
La  lega  ei  fermerà. 

Tutti  con  A  lina. 

Che  ascolto  ? 

Ali.  '  Ebben  sospendasi 

Fino  alla  nuova  aurora. 


PRIMO 

Sei.  Che  dici  ?  E  indugi  ed  esili? 

E  sei  perplessa  ancora  ? 

Oggi  giurasti  scegliere, 

11  regno  intier  lo  sa. 

Ali.  Audaci  1  e  me  costringere 

In  questa  guisa  osate  ? 

Regina  io  son  :  tremale, 

Libera  io  son  di  me. 

Posso  punire  i  perfidi 
Anzi  eh’  io  scelga  un  re. 

Bel.  (  Brava  davvero  1  ) 

Fior.  (  Io  palpito.  ) 

Foì.  (  Ammiro  il  suo  coraggio.  ) 

Sei.  (  Ardir.  )  Se  i  grandi  insistono 

A  te  non  fanno  oltraggio: 

Desio  del  patrio  bene 
Cotanto  osar  li  fa 
Coro  Scegli ,  deb  !  scegli. 

Ali.  (  dopo  aver  meditato  )  Ebbene, 
Pago  il  desio  sarà. 

«  Ma  rispettar  V  eletto 

99  Giuraste,  io  vel  rammento. 
Sei.  e  Coro  w  E  ognuno  al  tuo  cospetto. 

Rinnova  il  giuramento. 

Ali.  w  Udite,  tutti,  udite: 

È  sposo  mio  . . .  Volmar. 

Voi.  Io  ! 

Bel.  Pollar  Bacco  ! 

Sei.  Oli  rabbia! 

Voi.  Io  ! 

Tutti  Lui  ! 

Fol.  Che  dir?  che  far? 


Tutti 

Ali.  (Tace  sorpreso  e  attonito, 

Fior.  Dubbio,  sospeso,  incerto. 

Ah  !  se  lo  tenta  il  serto 

Degno  di  non  è.  ) 


20 
Voi. 
Bel. 
Voi . 

Bel. 

Sei. 

Coro 

Mi. 

Voi. 

Sei. 


Ali. 

Voi. 

Sei . 

Coro 

Ali. 


Sei. 


Ali. 

Fior. 

Bel. 

Voi. 


ATTO 

(  Perchè  sorpreso  e  ottonito  ? 
Perchè  sospeso  e  incerto? 
Sprezzo  dell’India  il  serto, 
Idolo  mio ,  per  te. 

Se  tu  disprezzi  il  serto , 

Prendilo  almen  per  me.  ) 
(Sfogo  al  furor  che  m’agita, 
Varco  si  lasci  aperto. 

Ella  avvilisce  il  serto  , 

Dritto  a  regnar  peidè.  ) 

Ca vallerei  ebben  !  tacete  ? 

Quai  pensieri  in  cor  volgete? 
Ah!  Regina!.». 

Indietro,  insano 
Mal  tu  aspiri  alla  sua  mano: 
Non  fta  mai  che  di  Golconda 
Salga  al  trono  uno  stranier. 
Temerario! 

E  chi  potria. 

Se  il  volessi,  a  me  vietarlo? 

Io. 

Noi  tutti. 

Alcun  non  sia. 

Che  si  attenti  d’  insultarlo 
Esca  ognun. 

Tu  più  non  puoi 
Imperar ,  far  forza  a  noi. 

De’  Bramini  al  gran  consiglio 
Sen  richiama  il  regno  intier. 
Ah  !  felloni  ! 

Qual  periglio! 

Che  furfanti! 

(  ad  Ali.  )  Non  temer, 

I  diritti  del  tuo  soglio 
Manterrà  1’  onor  francese. 
Punirem  lo  stolto  orgoglio 
Dell’  indegno  che  t’  offese. 
Prodi,  all’ armi,  e  la  regina 
Vi  accingete  a  sostener. 


PRIMO  21 

(I  sold .  francesi  si  avanzano  e  circonda  Alma  che 
si  ritira  dalla  diitla  in  mezzo  a  loro .  Seide  e  i 
suoi  partig.  si  schierano  alla  sinistra.  Il  Popolo  in 
fondo  alla  scena  in  atto  di  sorpresa  e  di  spavento.) 

Tutti 


Sì,  1’  onore  di  un  trono  oltraggiato 

Vendicato  -  sarà  dalla  spada  : 

Sì,  tremendo  sui  perfidi  cada 

Della  Francia  ,  ,  -ir, 

n  ,  ,io  sdegno  e  il  iuror. 
Di  Oolconda  & 

(  Più  che  mare  dai  venti  agitato 

È  turbato  -  sconvolto  il  mio  cor.  ) 


Fine  del  primo  atto , 


SCENA  PRIMA. 


Padiglione  come  prima. 

Fiorina  da  una  parte ,  Coro  di  schiavi  dalT  altra. 


Fior. 

J— <  COSI? 

Coro 

Son  desti  aucora. 

Ma  ben  presto  -  dormiranno, 

Se  di  questo  -  ancor  berranno 

Soporifero  li  cor. 

Fior . 

Fu  la  dose  sufficiente: 

A  guardar  tornate  ancor.  (  il  Coro 

(  Più  d“  Alina  impaziente  rientra  ) 

Della  prova  preparata, 

Quasi  quasi  innamorata 

lo  mi  credo  di  Belfior.  (rit.  il  Coro) 

Coro  Piano,  piano,  zitti,  zitti, 

Ottenuto  abbiam  P  intento} 

Più  non  possono  star  ritti, 

Già  cominciano  a  dormir. 

•  • 

Tutti  Con*1  corr1  sul  momento 

o  o 

La  Regina  ad  avvertir. 

Fior.  Or  che  dormon,  recati 

Sian  nel  giardin  segreto  che  sapete, 

Pian  pian  più  che  potete.  -  A  travestirci 
Quindi  voliamo  tosto , 

E  troviamoci  tutti  al  nostro  posto. 

La  regina  è  già  in  pronto...  andiamo...  andiamo. 
Se  la  cosa  riesce,  come  spero, 

La  scena  sarà  comica  davvero.  (partono 

velocemente  ) 


SECONDO 


SCENA  II. 


La  decorazione  rappresenta  un  paesello  di  Proven¬ 
za:  un  boschetto  è  da  un  lato,  dall’altro  una  ru¬ 
stica  abitazione,  di  fronte  un  torrente  attraversato 
da  un  ponticello}  in  lontano  poggi  e  colline. 

Voi  mar  è  coricato  sovra  un  sedile  cT  erba  aW  ombra 
dei  boschetti  :  a  poco  a  poco  si  sveglia ,  sorge  e 
guarda  intorno  maraviglialo. 

V ol.  In  qual  luogo  son  io? 

Come  vi  giunsi  ?  Addormentato  io  m’  era. 

In  ricco  appartamento  .  .  . 

Mi  trovava  in  Golconda...  ed  ora?...  ed  ora?  .. 
Non  so  ben  s’  io  son  desto  ,  o  dormo  ancora. 
Ma  no,  non  dormo...  Io  veggo 
Splendere  il  sole...  mormorar  fra  i  rami 
Sento  placida  1’  aura,  e  franger  1’  onde... 

Sulle  ridenti  sponde 

Della  Durenza  io  sono...  Ecco  il  villaggio 
Della  tenera  Àlina...  Ecco  il  boschetto 
Conscio  de’  nostri  amori...  (  odesi  da  lontano 
I  tlauti  de’ pastori,  musica  pastorale  ) 

E  delle  gaje  foroselle  io  sento 
I  giocondi  concenti...  Oli  mio  contento  1 
(  un  Coro  di  villani  provenzali  attraversan 

i  poggi  e  le  co-lline  ) 
Coro  Andiam,  cogliamo  i  grappoli 

Del  bel  settembre  onore  : 

Su  i  colli  Amor  ci  seguiti, 

Con  noi  veiidemmii  Amore  ! 

Qualunque  festa  è  insipida 
Laddove  Amor  non  è 
Voi.  Oh!  come  dolce  all’ anima 

Suono  gentil  mi  scendi! 

Degli  anni  miei  più  teneri 
Il  sovvenir  mi  rendi} 

Del  primo  amor  rinascere 
Fai  la  speranza  in  me. 


ATTO 


*4 


SCENA  III. 


Alìna  in  abito  da  villanella  si  presenta  sul  ponte 
con  un  panierino  al  braccio . 


Voi. 


All 

Tro 


Ali . 


Voi. 


Che  veggo?  oh  !  qual  gentile 
E  vispa  villanella  il  ponte  varca 
Sovrapposto  al  torrente?  In  questa  forma 
Alina  mi  apparia...  Yeggiam...  Si  appressa. 

(  Alina  viene  incontro  a  Colmar  tutta  lieta 
Buon  dì ,  caro  Volmar.  e  contenta  ) 

Oh  1  Alina...  È  dessa. 
Sei  pur  tu  che  ancor  rivedo  ? 

Tu  mia  vita  ?...  Ah  !  sì ,  sei  quella... 

Deh  !  mi  abbraccia...  mi  favella... 

Di’  eh’  io  veglio  e  sono  in  me. 

Se  tu  vegli  ?..  A  te  lo  chiedo. 

S’ io  son  quella?...  Osserva  bene. 

Donde  nasce,  donde  viene 
Lo  stupor  eh’  io  scorgo  in  te  ? 

Non  rammenti,  core  ingrato, 

Quando  qui  su  questo  prato... 

Mi  dicevi  tante  cose... 

Tutte  tenere,  amorose... 

La  mia  man  così  stringevi , 

Questo  anello  mi  porgevi, 

Mei  donavi  qual  sincero 
Testimonio  di  tua  fè. 


Questo  anello!...  ah!...  è  vero, 
Il  mio  core  a  te  lo  diè. 


e  vero 


a  a 


Voi .  Lo  conosco  ,  mel  rammento  \ 

Pegno  egli  è  d’  amor  costante} 

Ciel ,  s’ io  sogno  in  questo  istante , 
Più  non  farmi  risvegliar. 


SECONDO  25 

Ali.  (Lo  ravvisa...  Oh  mio  contento! 

Sei  rammenta...  Oh  lieto  istante  ! 

Ah!  lo  trovo  ancor  costante } 

Ah  !  di  più  non  so  bramar.  ) 

Ma  sei'turbato  e  mediti?... 

Ti  penti  del  tuo  dono? 

Io  te  lo  rendo. 

Voi.  Ah!  tienilo. 

È  tuo  coni’  io  lo  sono. 

Ali.  E  sposo  mio  sarai? 

E  vivrai  meco  ognor  ? 

Voi.  Non  ci  lasciam  giammai  : 

Ci  unisca  eterno  amor. 

a  a 

Restiamo  ,  o  mio  bell’  idolo, 

Uniti  ognor  restiamo  : 

Viviamo,  insiem  ,  quai  vivono 
Due  fiori  in  un  sol  ramo: 

Di  due  formiamo  un’  anima  , 

Di  due  formiamo  un  cor. 

(  partono  insieme  per  la  via  del  colle  ) 

SCENA  IV. 

Interno  di  una  casa  rustica. 

Fiorina  vestita  da  villanella.  Coro  di  provenzali  che 
portano  Belfiore  addormentato  e  vestito  da  villano . 


Fior.  Entrate ,  e  piano  piano 

Adagiatelo  qua.  Comincia  aneli'’ esso 
A  scuotersi  un  tantino: 

A  svegliarsi  del  tutto  egli  è  vicino. 
lo  adagiano  sovra  un  rustico  scanno  presso  un 
tavolino ,  sul  quale  è  un  fiasco  ed  un  hicch.  ) 
Vedete  !...  Ei  già  si  muove ... 


ATTO 

Sbadiglia,  si  contorce  ..  Usiamo  ogni  arie 
Per  ben  rappresentar  la  nostra  parte. 

(  il  Coro  si  ritira.  Fior,  siede  in  disparte  « 
v  prende  una  conocchia ,  e  fila  cantando  ) 

O  donne ,  è  trista  cosa 
Trovarsi  ognor  vicino 
Un  uom  eh*'  è  dato  al  vino  . 

Che  dorme  notte  e  di. 

Bel  (  svegliandosi  )  Yolmar  !... 

Fior.  (  Si  desta. 

Seguitiamo.  ) 

Bel  (  ancora  shalord.  )  Ove  son?...  non  ho  più  lesta. 
Fior.  Da  che  son  fatta  sposa 
Di  questo  bevitore, 

Arrabbio  a  tutte  Tore, 

Mi  annoio  notte  e  di. 

Bel.  (  avanzandosi  )  Corpo  di  Bacco  ! 

Conosco  la  canzone... 

Fioriti  a  ! 

Fior.  Alfin  ti  svegli  ubbrTacone  ! 

Bel.  Cospetto  !  sei  mia  moglie, 

O  il  diavolo  in  persona  ? 

Fior.  Scimunito! 

Lo  vedrai  coll’ effetto  (  sorge  minacciandolo 
Bel.  Olà 5  dico,  rispetto,  colla  conocchia) 

O  con  questa  mia  spada...  Come?  che? 

La  mia  spada  dov’  è  ? 

Il  vestito  ,  il  cappello  .. 

Fior.  Picco  la  spada  , 

Scimunito  buffone  !  (battendolo  colla  conocch.) 
Bel.  Ajulo!  ajuto!  (  esce  il  Coro  ) 

Coro  Che  strepito!  Che  fu? 

Sempre  schiamazzi  tu  -  quand’hai  bevuto? 
Bel.  Bevuto  !...  sì...  ma  come, 

Perchè  mi  trovo  qua?...  chi  siete  voi? 

Coro  Siamo  i  vicini  tuoi... 

Non  ci  conosci  più? 

Bel.  Che  fosse  un  sogno 

Golconda,  l’ambasciata... 

I  vascelli,  l’armata  -  il  grado  mio?... 


SECONDO  27 

Coro  Tulio,  tulio  hai  soeualo. 

f  o 

Bel.  Ah  !  mal  venga  a  costei  che  mi  ha  sveglialo. 
Io  sognai  die,  disperato 
Di  una  moglie  malandrina  , 

Me  ne  andai,  mi  fei  soldato, 

Militai  nella  marina. 

Ma  cospetto!  il  mio  valore 
Da  per  tutto  fé’ rumore: 

Dai  nemici  ,  dai  corsari 
Liberai  le  terre  e  i  mari, 

E  nell’  Indie  veleggiai 
Col  francese  ambasciator. 

C  e  Fior.  Oh!  i  bei  sogni  che  tu  fai! 

Ah  ,  ah,  ah  !  tu  sogni  ancor. 

Bel.  Questa  strega  ,  appena  intese 
La  fortuna  a  me  toccata  , 

S’  è  partita  dal  paese  , 

A  Tolone  si  è  imbarcata} 

Ma  fu  presa  per  la  via 
Da  un  corsar  di  Barberia  : 

In  Algeri  fu  venduta, 

INolte  e  giorno  ben  battuta, 

E  la  pelle  presto  presto 
Per  fortuna  ci  lasciò. 

C  e  Fìoj'.  Anche  un  sogno,  un  sogno  è  questo... 
Bel.  Ah!  perchè  non  si  avverò? 

In  Golconda  io  mi  trovava , 

In  cuccagna  io  mi  credea  : 

Che  bocconi  eli’  io  mangiava  ! 

Che  bottiglie  eh5  10  bevea  ! 

Ouelle  care  Golcondesi 
Eran  meco  sì  cortesi , 

Ch’io  di  lor£~-andava  matto, 

Che  un  serraglio  ne  avrei  fatto... 

Ma  mia  moglie  sul  più  bello 
Mi  è  venuta  a  risvegliar. 

Qua  la  fiasca,  qua  il  bicchiere, 

Tutto  il  giorno  io  voglio  bere} 


2.8  ATTO 

Fino  all’  alba  di  domane 
Vo’  dormire,  vo’  sognar. 

Adorabili  Indiane, 

Yi  potessi  ritrovar  1  ( partono ) 

SCENA  Y. 

Sala  come  nell’  atto  primo. 

Alina  è  condotta  fra  le  guardie:  e  dopo  che  queste 
si  sono  allontanate ,  esce  Assali. 

Ali.  «Che  veggo?  in  queste  mura 
«Fra’  miei  nemici  Assan  ? 

Ass.  «Deh  !  perdonate, 

«Infelice  Regina.  Io  fui  costretto 
«A  piegarmi  al  Visir}  ma  del  mio  fallo 
«Tutto  il  rimorso  io  sento,  e  a  farne  ammenda, 
«Lo  giuro  al  vostro  piè,  disposto  io  sono. 

Ali.  «Sorgi,  e  pensa  a  mertar  il  mio  perdono. 

Ass.  «Disponete,  o  Regina: 

«La  mia  vita  vi  é  sacra. 

Ali.  «Odi... 

Ass.  «Tacete: 

«Giunge  il  Visir. 

Ali .  «Fatale  inciampo  ! 

Ass.  ”Cn  solo 

«Mezzo  rimane,  ed  a  tentarlo  io  volo,  (parte) 

SCENA  VI. 

A  lina  e  Seide. 

Sei.  Il  sacro  de’  Brami  ni 

Venerabil  consiglio  ha  pronunciata 
La  tua  sentenza.  Di  Golconda  il  serto, 

Da  te  disonorato, 

A  miglior  fronte  in  questo  giorno  è  dato. 


Ali. 


Sei. 

Ali. 

Sei. 

Ali. 


Sei. 

Ali. 

Sei. 


Ali. 


Sei. 

Ali. 

Sei. 


Ali. 


SECONDO  29 

Alle  sventure  avvezza, 

Io  so  sprezzarle.  Volentieri  io  cedo 
Ad  altra  man  lo  scettro ,  e  a’  pat rii  lidi 
A  viver  tornerò  contenta  e  lieta. 

No  :  tu  non  puoi  partir. 

Come!  Chi  ’l  vieta  ? 


Io. 


Tu!  Che  ascolto?  E  quale, 

Qual  dritto  hai  tu,  superbo. 

Sulla  mia  libertà? 

Dritto  maggiore 

Non  v’  ha  del  mio. 

Chi  te  lo  diede? 

Amore. 

Io  t’  amo  ,  Alina,  io  t’  amo 
Più  che  dell’  India  il  trono  : 

A  le  di  nuovo  il  dono 
Se  ottengo  il  tuo  bel  cor. 

No,  più  regnar  non  bramo 
Sovra  tradito  soglio  : 

Doni  da  te  non  voglio, 

Sp  rezzo  il  tuo  vile  amor. 

Pen  sa  che  t’  amo,  e  sai 
Di  che  capace  è  amor. 

Pietoso  ti  sprezzai , 

Ti  sprezzo  irato  ancor. 

Da  un  tuo  detto  sol  dipende 
Il  destin  de' giorni  miei: 

Se  il  tuo  core  a  me  s'  arrende, 

Se  s’  arrende,  degli  Dei 
Non  invidio  in  ciel  la  sorte  : 

Tutto,  Alina  ,  io  trovo  in  te. 

Folle  sei ,  se  ancor  pretendi 
Soggiogar  gli  affetti  miei: 

Alle  preci  invan  discendi } 

Folle  sei ,  sì,  nè  gli  Dei  , 

Nè  T  aspetto  della  morte 
Potrà  il  cor  cangiare  in  me. 

(  Odesi  strepito  di  anni  e  tumulto  lontano  ) 


3  o 

ATTO 

Sei. 

Qual 

tumulto  ! 

Ali . 

Qual  fragore  1 

L’ 

alma  invade  un  gel  d’  or 

Sei. 

Che 

tradito  io  sia  ? 

SCENA  VII. 

Assan  e  detti. 


Ass. 

Deh  !  corri. 

Già  terribile  il  francese 

Tutta  invade  questa  reggia  \ 

Su  lei  morte  e  orror  passeggia. 

Ad. 

Giusto  cielo  1  aita  1  aita  ! 

Ahi  di  me  che  mai  sarà? 

Ass. 

Il  Duce  chiede... 

Sei. 

Invano, 

Invan  gli  estrani  audaci 
Tentano  a  te  uno  scampo-: 

Della  mia  spada  un  lampo 
Disperderli  saprà. 

L’affido  a  te:  (ad  Ass.)  de’  perfidi 

Io  volo  a  trionfar,  (  fa  per  sortire ,  poi 
Prigioniera  iti  queste  mura  ,  ritorna) 
Vile  schiava,  languirai  : 

La  pietà  ,  che  allor  vorrai , 

Ricusata  a  le  sarà. 

AH *  Sopportar  la  mia  sventura 

Coraggiosa  mi  vedrai  : 

Nè  sperar  eh’  io  scenda  mai 
A  implorar  la  tua  pietà.  (  Sei  de  parte 

frettoloso  ) 

SCENA  Vili. 

Assan ,  Alina ,  indi  il  Coro  dei  Schiavi . 

Ass.  lo  cominciai  P  impresa, 

I  Francesi  avvertii. 

Ali.  Deh  1  fu  la  compì, 

Toglimi  a  questo  stato*. 


SECONDO  3i 

A  ss.  Ah  !  custodita 

È  d’  armati  ogni  via. 

Ali.  Nè  mi  è  dato  fuggir?  di  me  che  fia  ?  ( accorr .  i 
Ali.  e  Ma  più  presto,  ma  più  forte  Cortig  spao.  ) 
Coro  Tuona  il  fulmine  guerriero... 

Già  già  scuotonsi  le  porte... 

Già  il  nemico  inoltra  altero. 

SCENA  ULTIMA. 

Entrano  i  Grandi  del  Regno,  alla  cui  testa  è  Colmar, 
seguito  da  soldati  francesi ,  fra’  quali  è  Seide  av¬ 
vinto  di  catene:  il  resto  della  scena  è  ingombra 
dai  soldati. 

Grandi  Viva  Alina!  viva  Alina! 

Ali.  Oh!  contento! 

Sei.  (Oh!  mio  furor!) 

Voi.  Tu  sei  salva...  sei  regina  .. 
e  Fior.  Ecco  in  ceppi  il  traditor. 

Ali.  Oh  me  beata  !  del  piacer  1’  eccesso 
Confonde  i  sensi  miei  : 

A  me  pietosi  i  Dei 

Qui  vi  recar,  stranieri  illustri}  salva 

Oggi  Alina  è  per  voi. 

Di  così  bel  valor,  di  tal  vittoria  , 

Eterna  nel  mio  cor  fìa  la  memoria. 

Se  dell’  India  io  torno  al  soglio 
Sol  lo  deggio  al  tuo  bel  core} 

E  per  te  di  vivo  ardore, 

Per  te  Alina  avvamperà. 

Degno  sei  di  tanto  affetto, 

Degno  sei  di  fedeltà. 

Vieni,  ah  sì!  mi  stringi  al  petto: 

Gioja  egual  per  me  non  v’  ha. 

Gli  altri  Amore  altin  trionfi, 

Accenda  i  vostri  [ietti: 

Fu  giorno  di  diletti 


3i  ATTO  SECONDO 

Ali.  Ali  no  !  non  posso  esprimere 

L’immenso  mio  contento, 
In  così  bel  momento, 

Che  più  bramar  non  so. 

L’  amor  che  stringe  1’  anime, 
Non  ci  divida  mai... 

Tu  sol  per  me  vivrai, 

10  per  te  sol  'vivrò. 

Gli  altri  Fu  giorno  di  diletti 

11  giorno  che  spuntò. 


FINE.